La Chiesa di S. Michele sorge in località Vignola a Cremia. Divenuta parrocchia nel 1551 in sostituzione di quella di S. Vito, faceva parte dell’antico Convento delle Umiliate, del quale rimangono solo alcune tracce nella casa parrocchiale che formano un agglomerato intorno a un piccolo cortile.
La chiesa è a navata unica con cappelle risalenti al XVIII secolo e dispone di una facciata a capanna preceduta da un pronao su due colonne; due stemmi di famiglie locali sono collocati sul lato sinistro.
All’interno sono custodite preziose opere d’arte, come il polittico quattrocentesco attribuito al Borgognone e proveniente dalla Chiesa di S. Vito. Suddiviso in sei spartiti disposti su due piani sopra un fondo dorato, presenta in alto una Pietà fra due angeli in adorazione ed ai lati S. Girolamo e S. Domenico, in basso una Madonna col Bimbo fra due angeli ed ai lati S. Sebastiano e S. Rocco.
Sull’altare maggiore spicca la grande tela cinquecentesca del Veronese raffigurante l’Arcangelo Michele che trafigge Lucifero; racchiusa da una cornica dorata realizzata da Pier Tarra e Giorgio Fontana, l’opera fu regalata da un mercante di Cremia dimorante a Vicenza, Battista Pizzetti.
Degni di nota sono anche la tela rinascimentale di S. Antonio Abate, attribuita a una bottega veneta, la tela cinque-seicentesca dei fratelli Campi di Cremona ritraente il Redentore che consegna le Chiavi a S. Pietro mentre gli indica le sue pecorelle, un tabernacolo in marmo bianco con dorature e bassorilievi donato nel 1504 da Ambrogio Marchetti di Cadreglio e vari affreschi settecenteschi attribuiti ad Antonio Maria Caraccioli da Vercana.
Incerta è l’origine del battistero: il piedestallo in marmo grigio reca la data 1577, mentre la vasca sovrastante, offerta dai Cremiesi emigrati a Genova, è del 1533. Siccome quest’ultima data è anteriore a quella che si attribuisce all’edificazione della chiesa attuale, si ipotizza che il fonte battesimale sia appartenuto a un’altra chiesa, forse a S. Vito.
