La Chiesa di San Tommaso di Canterbury sorge nel pittoresco borgo medievale di Corenno Plinio, nel comune di Dervio. Addossata al lato sud del castello costruito tra il 1363 e il 1370 come fortezza difensiva dagli Andreani, la chiesa risale probabilmente alla fine del XII secolo, in quanto il "Liber notitiae sanctorum mediolani" del 1290 cita la presenza nella pieve di Dervio di una chiesa intitolata a S. Tommaso martire morto da pochi anni (S. Tommaso Becket fu ucciso nella Cattedrale di Canterbury nel 1170). Originariamente edificata come cappella privata, nel 1327 divenne una chiesa effettiva e nel 1356 fu trasformata in parrocchia dall’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo.
Nel corso dei secoli ha subito diversi e rilevanti rifacimenti. La facciata a capanna è stata più volte rifatta e oggi appare con una veste sobriamente barocca caratterizzata da un portale del 1698 e da un finestrone tripartito. All’inizio del Settecento l’aula unica fu affiancata da due cappelle laterali, una dedicata a S. Giuseppe, l’altra alla Madonna; quest’ultima presenta un altare a colonne tortili in marmo nero di Varenna. Sempre nei primi anni del XVIII secolo fu innalzato il campanile, che venne poi modificato nel 1795 durante i lavori di ampliamento della chiesa, che portarono, fra l’altro, all’ingrandimento del presbiterio.
Nel 1966, in seguito a un restauro, furono rinvenuti sulle pareti diversi affreschi di scuola gotica comasca databili tra il XIV e il XVI secolo. Tra i dipinti più antichi, risalenti al Trecento, vi è la rappresentazione di un Santo Vescovo, probabilmente S. Tommaso di Canterbury, incorniciato da una banda bicroma a spina di pesce, sul cui baculo poggia uno stendardo. Accanto, racchiusi in una cornice dai lati differenti, si trovano una teoria di Apostoli tra i quali è identificabile solo S. Bartolomeo, per il coltello che tiene tra le mani.
L'affresco della parete settentrionale, verso l’abside, è anch’esso trecentesco e raffigura una Adorazione dei Magi, accuratamente rappresentati sia nei tratti somatici che nell'abbigliamento. Il dipinto è incorniciato da una banda superiore e inferiore, quest’ultima con fregi a fogliame come nell’affresco del “Vescovo e i cinque Apostoli”. La parte inferiore della scena è lambita da uno strato di affreschi del XV secolo, i cui soggetti sono decapitati per la sovrapposizione con il dipinto dell’Epifania; al centro è però riconoscibile la tipica iconografia di una Madonna del Latte.
Risalente al Quattrocento è l’affresco, molto rovinato, sulla parete settentrionale con un imponente S. Cristoforo, riccamente abbigliato, che tiene nella mano destra un ramo stilizzato di palma e nella sinistra un cartiglio srotolato. Nel riquadro a destra è ritratto l’episodio del miracolo di S. Francesco che riceve le stimmate sul monte della Verna.
Sempre quattrocentesco è l’affresco, di stampo giottesco, situato sulla parete meridionale, nei pressi del presbiterio. Esso raffigura il supplizio di Santa Apollonia, alla quale vengono cavati i denti con una tenaglia, e alla sua sinistra S. Gottardo, con indosso delle preziose vesti vescovili. In una nicchia a destra del dipinto dei Santi Apollonia e Gottardo appare l’affresco più recente, datato 1538: una Madonna in Trono con a destra S. Sebastiano e a sinistra S. Rocco, circondata da angioletti. Sopra la nicchia ci sono un cartiglio che attesta Sigismondo Andreani come committente dell’opera e, ancora più sopra, due putti che reggono lo stemma della famiglia Andreani.
Sul sagrato della chiesa spiccano le tre arche sepolcrali dei Conti Andreani, pregiate testimonianze della scultura gotica lombarda. Realizzate e collocate nel XIV secolo, due sono addossate ai lati del portale, mentre la terza si trova a sinistra sul muro di cinta del castello. Il sarcofago più antico, riconducibile all’inizio del Trecento, si trova a destra dell’ingresso. L’imponente edicola, caratterizzata dall'alternanza di conci marmorei bianchi e neri, presenta sulla chiave di volta un Cristo benedicente con a lato due stemmi degli Andriani. Sulla seconda tomba, a sinistra del portale, oltre agli stemmi nobiliari e al Cristo defunto sul fronte, si notano i simboli degli evangelisti: leone e toro alla base delle colonnine, aquila e angelo in due formelle sui lati interni del monumento. Al di sopra della copertura si ergono un Cristo crocefisso affiancato da due statue con l’Angelo e la Vergine Annunciata. Il fronte del sarcofago è decorato con un bassorilievo con al centro la Madonna in trono col bambino, a sinistra S. Giovanni e S. Pietro e a destra un vescovo (probabilmente S. Tommaso) e S. Caterina. La terza arca, realizzata nel 1371 e restaurata nel 1771, originariamente si trovava all’interno della chiesa e poi fu collocata sul muro del castello nel 1870. Caratterizzata da una maggiore verticalità, presenta nella fascia centrale una decorazione coi simboli evangelici e nella parte superiore un Cristo morto e lo stemma degli Andreani.