Il nucleo di Fontanedo, a quota 600 metri è uno degli insediamenti più antichi di Colico ed è rimasto abitato stabilmente fino alla fine del XIX secolo. Si trova in una conca riparata, in una posizione che offriva condizioni favorevoli per un’attività agricola di sussistenza e di allevamento grazie alla presenza di ampi prati a pascolo, di rigogliosi boschi di castagno e dei vicini terrazzamenti un tempo coltivati a vigneto. La zona inoltre era ricca di sorgenti di acqua, da cui deriva il nome "Fontanedo”. Non è possibile stabilire con precisione l'epoca di costruzione della chiesa di Sant'Elena (o Santa Croce) ma doveva già essere attiva nel XIV secolo. Più volte subì incendi e devastazioni e ne conserva i segni nei muri rifatti più volte. Sulla facciata si intravede un affresco con il viso di S. Sebastiano. La chiesa era dotata di fonte battesimale in marmo bianco di Musso, conservata in un'abside laterale, e di un antico crocefisso in legno. Il Cristo, dal volto dolcissimo, nella morte di croce, ha perso le mani, consumate dall'umidità del luogo e dal tempo. Attualmente è conservato nella chiesa parrocchiale di Curcio assieme alla pala d'altare: un prezioso quadro, olio su tela del XVII secolo, opera di Giambattista Recchi, che rappresenta S. Elena che mostra a Maria la croce del Signore, ritrovata sul Calvario. Ogni anno in questa chiesa, nella domenica successiva il 16 di Agosto, si festeggia S. Elena con riti religiosi e una partecipata sagra popolare.
(tratto da Brochure "Colico Outdoor")